In tanti anni di lavoro credo di non aver mai incontrato qualcuno in sovrappeso che fosse appagato e sereno.

L’anima ingrassa prima del corpo, ripiena di disillusione, frustrazione, rabbia che , non potendo avere voce, restano li a ristagnare e a marcire.

Il sovrappeso non è altro che la messa in scena di un malessere interiore e questo è il motivo principale per cui le diete e l’attività fisica non bastano ad ottenere un risultato duraturo.
Si banalizza il motivo dell’insuccesso attribuendolo a mancanza di volontà obbligando il malcapitato a sopportare un ulteriore carico, il senso di colpa.
Ma il significato che il cibo o meglio l’atto di mangiare, racchiude è qualcosa di ben più profondo

Spesso la dieta viene vissuta come una deprivazione ingiusta dell’unico piacere: mangiare.

Il cibo è una consolazione pret a porter, sempre disponibile e pronta all’uso, un antidepressivo senza apparenti controindicazioni, senza il bisogno di ricetta medica e soprattutto socialmente accettabile.

Se sento il bisogno di consolarmi ed ordino una cioccolata con panna nessuno fa una piega ma se in un momento di sconforto cerco di farmi offrire un antidepressivo, vengo guardato come un disadattato.

Ad un certo punto il cibo finisce col trasformarsi in una ragione di vita: non più cogito ergo sum bensì mangio quindi esisto.

Ero piena di sogni che poi non ho potuto realizzare e mi consolo mangiando.

Vivo una condizione professionale o famigliare che non mi piace ma non ho alternative e mi consolo mangiando.

Reprimo la rabbia da sempre, vorrei gridare e spaccare tutto ma ovviamente non lo posso fare e mi consolo mangiando.

Questa tecnica però è illusoria, equivale alla pastiglia per il mal di testa che mi permette di non sentire il dolore per qualche ora ma quando l’effetto finisce la sofferenza torna.
Per guarire devo capire perché il mal di testa mi viene, devo scoprire la causa e rimuoverla.

Allo stesso modo per eliminare i kili di troppo che mi avvolgono il corpo devo dialogare con la mia anima, liberarla, anzi disintossicarla e solo allora comincerà a scendere l’ago della bilancia, senza neanche troppi sforzi.

Trova un professionista che non ti giudichi e che non lavori solo con il tuo corpo ma anche la tua mente ed il tuo spirito ma soprattutto che sappia infonderti quel calore e quella comprensione che possono fare la differenza.

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